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Reinhold Giovanett

Quando, l’autunno scorso, Reinhold Giovanett aveva annunciato la fine degli Still Blind, avevamo capito che era finita un’epoca. “Non ha senso continuare senza i miei fratelli”. Reinhold al basso e alla voce, Hartmann alla chitarra e Helmuth alla batteria hanno suonato insieme dal 1986. I tre, di cui ricordiamo il cd “Whales” (1992) ed il mini-cd “Traumsturz” (1996), aveva al proprio attivo numerosi concerti in tutta Europa. Gli Still Blind negli anni sono divenuti un punto di riferimento per i nuovi gruppi -italiani e tedeschi- della scena locale. Questa immagine è dovuta soprattutto a Reinhold Giovanett, oltre che musicista anche giornalista musicale (FF e Rai Sender Bozen) ed organizzatore di concerti (al centro giovanile di Cortaccia prima, nella SH -Associazione studenti universitari sudtirolesi- poi), da sempre in prima linea nella valorizzazione dei nuovi gruppi locali. Da sempre gli Still Blind hanno collaborato con scrittori locali, musicando i testi di Sabine Gruber e di Josef Oberhollenzer.
Alcuni mesi dopo l’ultimo concerto degli Still Blind, Reinhold Giovanett torna allo scoperto con un cd-demo di due canzoni, al quale hanno collaborato Kurt Weissenegger (sintetizzatore) e Benny Kompatscher (percussioni), che nell’ultimo anno avevano sostituito negli Still Blind Hartmann e Helmuth Giovanett. “Da ora in poi lavorerò soltanto alla musica che ho in testa... non ho più voglia di scendere a compromessi” aveva detto qualche tempo fa Reinhold. Ed infatti: i nuovi brani si allacciano agli ultimi lavori degli Still Blind, quelli caratterizzati dalle collaborazioni con Josef Oberhollenzer. In “Kaspar Hauser” (il primo brano del demo) Reinhold riesce a creare delle atmosfere calde: basso arpeggiato, suono di catene, percussioni dinamiche e sintetizzatori fanno da tappeto sonoro ad una recitazione di Josef Oberhollenzer, registrata in separata sede. Reinhold Giovanett dimostra di sapersi staccare dal rock pesante che aveva caratterizzato il lavoro degli Still Blind e di intraprendere strade nuove. Nel brano “und und. grenzen” è lo stesso musicista a recitare un testo proprio: un esperimento perfettamente riuscito che ci ricorda le opere letterarie riprese dagli Einstürzende Neubauten (“Die Hamletmaschine” o “Faustmusik”). (tam)