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il Mattino
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A colloquio con Alex Britti
Alex Britti in questi giorni è in radio tour per
promuovere il suo fortunato album, It.pop, che fino a questo momento ha
venduto 300.000 copie. Da lunedì scorso e fino al 15 luglio farà
tappa presso le maggiori radio regionali del nord Italia per creare un
filo diretto con i suoi numerosi fan. Dopo la sessione di rito di autografi
e fotografie con una dozzina di giovani fan (tutte ragazze, tranne uno),
alcune delle quali lo hanno aspettato sul portone dell’emittente
per oltre 3 ore, Alex Britti ha presentato agli ascoltatori di NBC Rete
regione l’album ed il nuovo singolo “Mi piaci” che ha
cominciato a farci compagnia in questa calda estate. Noi lo abbiamo avvicinato
subito dopo l’intervista radiofonica.
DOMANDA: Sei adorato dalle fan. E’ sempre così? Ti ci stai
abituando?
RISPOSTA: E’ spesso così. Ma no, non mi ci sono abituato,
per fortuna. I fan portano entusiasmo e riescono a darmi quella carica
in più.
DOMANDA: Nel video di “Mi piaci” compare anche Verdone. Che
ruolo ha nel video?
RISPOSTA: La collaborazione è nata per scherzo, da una battuta.
Ero a tavola con amici e non volevo fare il solito video di una storia
d’amore e non essere il protagonista, visto che ho scritto la canzone
ispirato da due amici che stavano litigando per una donna. Volevo fare
qualcosa di divertente, di comico. Allora qualcuno per scherzo ha detto:
“allora mo’ chiamiamo Verdone”. Da lì è
nata l’idea. Qualcuno dei presenti che conosceva Verdone lo ha contattato.
Ci siamo conosciuti e c’è subito stato feeling. Carlo ha
fatto tutta la sceneggiatura del video e trassportato dall’entusiasmo
sul set ha voluto interpretare una parte anche lui.
DOMANDA: In questi giorni ha polemizzato con il Festival di Sanremo (“La
fogna è fogna, è inutile sottilizzare”, riferendosi
soprattutto alla gara. Tu che rapporto hai con Sanremo?
RISPOSTA:Io non sono mai polemico nei confronti delle cose. Sanremo è
in televisione ma nessuno ti forza a vederlo. Puoi cambiare canale ed
eviti di vederlo. Sarà fogna però se fa tutti quegli ascoltatori
vuol dire che comunque piace e che qualcosa di buono c’è
l’ha. Poi tra l’altro Battiato era ospite quest’anno
a Sanremo. Ognuno nella vita fa quello che vuole. Per tanta gente anche
il fatto di non seguire per forza le regole, è una regola. Penso
che il discorso sollevato sia un po’ d’altri tempi. Noi cantanti
dobbiamo pensare a fare belle canzoni e basta.
DOMANDA:Battiato dice anche che il mestiere di musicista si è perso.
Non serve saper scrivere musica per avere successo.
RISPOSTA: Mi dispiace andare contro Franco Battiato, ma la penso diversamente.
Quello che serve per essere un musicista è la sensibilità.
La sensibilità di fare da filtro e di passare delle cose e farle
diventare musica. Una volta questo processo si faceva con il clavicembalo
o l’arpa, poi si è fatto con le chitarre elettriche e oggi
si fa con il computer. Ma anche il computer non fa tutto da solo, lo devi
impostare. Oggi tutti usiamo il computer però c’è
chi fa musica che piace e chi fa musica che non piace. Cambiano i ruoli.
E’ duro adattarsi ai tempi. Cambiano i ruoli, cambia soprattutto
il senso della musica: se uno prende tutto con ironia ed è capace
a passare attraverso le generazioni, vuol dire che ha la sensibilità
mutante coi tempi. Altrimenti... fai polemica.
DOMANDA: Hai alle spalle una carriera da chitarrista jazz e blues. Nei
tuoi lavori futuri pensi di fare filtrare qualcosa di questa tua passione?
RISPOSTA: Blues e jazz sono una scuola, non sono un tipo di musica. Erano
un tipo di musica negli anni ‘50. Quando è uscito Charlie
Parker, negli anni ‘40, era qualcosa di nuovo. Oggi qualcosa di
nuovo sono i Chemical Brothers. Uno che propone del blues o del jazz o
della musica anni ‘40 o ‘50 oggi fatta uguale, sembra un po’
un clone sfigato. Mi appartiene, ma non mi appartiene oggi, mi appartiene
quello che è stato ieri. Non li devo ostentare per far vedere che
io ho sentito quei dischi. Se ascolto un disco di Hendrix non riesco a
non pensare al fatto che erano fine anni ‘60 e quindi acquista ancora
più valore. Come musicista mi piacciono le novità, mi piace
essere sorpreso con la musica.
DOMANDA: Sanremo Giovani, Sanremo, Festa del Primo Maggio. Tutte occasioni
in cui hai incontrato Daniele Groff. Hai un rapporto particolare con lui?
RISPOSTA: L’ho conosciuto a novembre e trovo che sia un ragazzo
estremamente simpatico. Devo dire che tra Sanremo giovani e Sanremo lo
ho incrociato un sacco di volte. Abbiamo fatto anche una serata - perchè
io conosco da un paio di anni il suo produttore Marco Patrignani- abbiamo
fatto le sei di mattina in un baretto. Ora è un po’ che non
lo vedo. Gli mando un gran saluto tramite il giornale! (tam)
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