LMD 4 con il sassofonista Paolo Bergamaschi – intervista telefonica a White Raven (Random Numbers)

La Musica Dentro – seconda stagione – # 04 (Radio Tandem – ospite Paolo Bergamaschi) by Till Mola (A.K.A. Kiasma) on Mixcloud

La musica dentro # 7 – vi piace il timbro delle tastiere? un viaggio attraverso 20 anni di rock

La musica dentro # 7 (Radio Tandem, Bolzano) by Till Mola (A.K.A. Kiasma) on Mixcloud

Per il settimo viaggio, mi sono affidato alle scelte dell’amico Luca D’Ambrosio. Trasmissione registrata di nuovo in presa diretta, e direi che si sente. a voi il giudizio. a me piace così, e piace che vada in onda su Radio Tandem 😉

La Volxsfesta diventa maggiorenne


La Volxsfesta, la due giorni musicale e gastronomica dell’associazione culturale Tandem e della omonima radio è arrivata alla sua diciottesima edizione. I giorni: venerdì 6 e sabato 7 luglio 2011. Il programma dettafliato con i video dei gruppi dovete visitare il sito della Volxsfesta.

Megaupload

33 1/3 SPOT

Ebbene sì, hanno chiuso Megaupload. Nel caso di questo servizio le cose stanno un po’ diversamente rispetto al P2P. Però è un dato di fatto che gli spot raccolti per i 33 anni di Radio Tandem, caricati su Megaupload, non infrangono il diritto d’autore. Era semplicemente comodo averli lì, scaricabili ad una velocitè decente…

Cos’è 33 1/3 Spot (dal sito di Radio Tandem)

Marx? Karl o Groucho?

Verso la fine degli Ottanta venne addirittura preparato un elaborato di laurea al Dams di Bologna dedicato agli spot di Radio Tandem.

Effettivamente, senza saperlo, avevamo creato qualcosa di nuovo, quantomeno sicuramente di diverso.

Nell’ultimo anno dei Settanta, quando per riempire le tante ore senza programmi effettivi, decisi di far acquistare alla Radio un mitico registratore a bobine che trasmettesse musica, mi ritrovai a dover risolvere un classico problema: il nastro di una bobina – a velocità normale – poteva avere una massima durata di 6 ore: 3 per ogni lato. Ovvio che, almeno una volta ogni mezz’ora, sarebbe stato intelligente indicare all’ascoltatore cosa stesse ascoltando o – vista la jungla di emittenti che operavano in quegli anni – su quale frequenza fosse collegato. Cercando di lavorare con quella necessaria creatività che ci eravamo dati quale segno distintivo rispetto alle radio colleghe, scelsi fin dall’inizio la strada del non-sense partendo da un presupposto stupido: tutte le altre radio sparavano ogni tre minuti, l’ora esatta, il nome dell’emittente e – in caso – il titolo della trasmissione che stava andando in onda. Perché dare indicazioni così semplici e per certi versi idiote? Se qualcuno era sintonizzato sui nostri 98.400 MHz, perché ricordarglielo e perché – dato che la musica che stava ascoltando era una ponderata scelta di cose “intelligenti” (lo scrisse Saviane sull’Espresso in un articolo che presentava Bolzano, citando la radio innanzitutto per una scaletta musicale “tra le migliori dell’Italia contemporanea”) – interrompere un senso “culturale” di ascolto, dicendo l’ora esatta piuttosto che le condizioni del tempo (entrambi cavalli di battaglia di un modo di fare radio decisamente “americano”)?

Oltretutto avevo davanti il problema del fatto che quelle bobine avrebbero girato per giorni, mesi e anni senza dunque la possibilità di rendere il “tempo presente”. Oltre a dunque una colonna sonora che sarebbe dovuta necessariamente restare nel tempo, scelsi frasi assolutamente assurde, provocatorie, casuali, atemporali.

Credo che la prima, dopo i primi 5-6 brani registrati fu una cosa tipo “ma perché stai ascoltando Radio Popolare?”… buttata lì così, d’amblé, un po’ sinistra e paurosa, un po’ scema e un po’ no ma che avrebbe forse fatto tendere l’orecchio più che il solito rifritto jingle musicale con il coretto che canticchia il nome della radio e che molti a quel tempo verificavano quale simbolo di acuto professionismo.

Non eravamo forse brutti, sporchi, cattivi e di sinistra e senza tutti quei tacchi a spillo dalle voci incredibilmente uguali ed impostate che inondavano le moquette delle radio che, in quel tempo, contavano in città?

Dalla prima idea di ciò che allora non chiamavamo neanche lontamente “spot”, nelle bobine successive andai ovviamente incontro ad un logico lavoro di affinamento. In radio non avevamo un vero e proprio studio di registrazione affiancato alla sala trasmissione primaria, per cui o si lavorava di notte oppure si chiedeva aiuto. Lo trovai dagli amici dello studio Prisma, in qualche modo attrezzato sicuramente in modo più professionale e che, al tempo, produceva lavori di sonorizzazione e produzioni multimediali. Senza rompere le scatole, chiesi gentilmente le chiavi e gli orari in cui non avrei trovato nessuno. Lì con un semplice mixer, un buon microfono ma anche e soprattutto un minimo rack di effetti (unità di riverbero, eco e poco altro che nemmeno usai) e una piccola collezione di dischi di effetti sonori (a quel tempo li possedevano solo i rumoristi della Rai in storica eredità dei gloriosi studi londinesi della BBC), passai alla “fase due” o, in altre parole, un modo più serio di registrare quei piccoli interventi di pochi secondi che avrebbero trovato posto nelle famose bobine.

Funzionava. E gli ascoltatori ci fermavano per strada anche perché avevano riconosciuto un nuovo mondo di vivere radiofonicamente; anche dall’altra parte del microfono e delle antenne.

Collateralmente all’idea in nuce degli spot, cominciai a produrre anche dei “richiami” per presentare e lanciare le trasmissioni del palinsesto. Una novità assoluta alla quale nessuno aveva ancora pensato, mentre oggi è un reale “must”, specialmente televisivo.

La Radio, a cavallo fra la fine dei Settanta e l’inizio degli Ottanta, stava intanto vivendo un importante momento politico che sfociò nel fondamentale incontro con il movimento verde-alternativo di “Nuova Sinistra – Neue Linke”, guidata (dal 1978 e per tre legislature, nelle sue varie evoluzioni) da Alexander Langer. Rimando gli interessati agli importanti scritti che raccontano la nascita del periodico Tandem e della trasformazione della rionale Radio Popolare in quella Radio Tandem che – anche a livello radiofonico – celebrava la volontà di due culture di pedalare insieme e non contrapposte come sembrava avere voluto la storia post-bellica di questi territori.

Avevamo dunque innanzitutto e fondamentalmente una vera e propria redazione. Nella sede della piccola casettina a due piani di via Lungo Isarco, Tandem era un piano superiore con una sala riunioni redazionale e un piano inferiore con due piccole stanzette nelle quali viveva la radio.

Fu in occasione del censimento del 1981 e delle vicine tornate elettorali per provinciali e comunali che i giochi diventarono seri e che la radio espresse un primo importante momento di raccolta sociale.

Durante una riunione diventata poi storica, nella quale si sarebbero dovute prendere decisioni importanti per il futuro della parte radiofonica del progetto Tandem, Alex prese la parola per illustrare, fra il resto, anche il modus operandi di Radio Radicale. La sua idea, mutuata da quella di Marco Pannella, era anche quella di trasformare la radio in uno strumento di pura campagna elettorale, una sorta di importante e qualificato megafono delle idee base che guidavano il movimento cittadino di allora. Istanza sicuramente buona per certi versi ma che avrebbe però spostato il baricentro del progetto. Ci sarebbe da fermarsi e scrivere pagine a riguardo ma, per brevità, diremo dunque che si trattava – in nuce – di potenziare il giornale, trasformando la radio in un giornale da ascoltare. Dirette parlamentari, trasmissioni fiume in filo diretto con gli ascoltatori specialmente nei periodi di campagna elettorale e via di conserva. Si trattò dunque di scegliere. Presi la parola e, appoggiato da Dominikus Andergassen, Marco Trentin e Antonio Vaccaro, difesi invece una linea più “artistica” della scelta radiofonica e con un prolisso intervento, conclusi alla fine che accettando la proposta, si sarebbe sì vissuto qualcosa di certamente importante per tutti, ma che – allo stesso tempo – avremmo dovuto prepararci ad abbandonare un’idea di radio diversa che stavamo invece perseguendo anche grazie alla musica scelta in modo alternativo e ad altre trasmissioni che nessun palinsesto delle radio concorrenti, almeno in città, stava ospitando.

Dato che di lì a qualche mese ci sarebbero state delle elezioni comunali, decidemmo salomonicamente per una via che avrebbe forse accontentato le due posizioni, scegliendo così il primo vero momento di impegno “totale” (il secondo sarebbe avvenuto circa dieci anni dopo con l’importante esperienza  di Umberto Gay di Radio Popolare di Milano che guidò la costruzione di una nuovissima redazione), ove redazione giornalistica e redazione radiofonica si fusero e collaborarono alla stesura di un palinsesto ricco di ogni tipologia di sociale radiofonico.

E giocoforza, visto che la Radio (qui è necessaria la “R” maiuscola) aveva accettato di vivere anche “creativamente” ed “artisticamente”, i semplici “richiami” di ascolto si trasformarono in qualcosa di più importante e denso. Non fu necessario cercare per forza altri “addetti” alla parte creativa. Per una sorta di naturale accadimento, alla fine di una classica dura giornata, ci si ritrovava alla sera con la voglia anche di divertirsi insieme. Così, alle tre del mattino di una fredda giornata autunnale, alla fine di una classica riunione generale, mi misi al mixer e approfittando di un’ora in cui sicuramente non ci sarebbe stata molta gente all’ascolto, incominciai a mandare musica dal ritmo sostenuto recitando alla fine di ogni brano trasmesso una sorta di giagulatoria che metteva insieme uno dopo l’altro tutti i vari “comunicati” precedentemente sparsi nelle famose bobine. Dal piano di sopra partirono applausi e risate e dopo pochi minuti, una decina di persone era intorno al microfono a sparare cazzate alla maniera forse dell’Arbore di Alto Gradimento e dunque ben prima dei successi di “Quelli della notte” o di “Indietro tutta” che sarebbero arrivati di lì a poco. In quella notte naque il primo vero spot collettivo. Quel “Una Radio di movimento”, testimoniato anche sul CD che raccoglie alcuni fra gli spot storici della Radio. La fortuna fu quella di avere la possibilità di fare un casino indemoniato alle tre del mattino. La casa di via Lungo Isarco era fondamentalmente isolata, lontana da altre abitazioni e quindi, nove persone che marciavano a ritmo di parata militare sbattendo con forza i piedi all’unisono sulla lunga scala in legno che collegava la radio alla stanza delle riunioni, non sono state un problema.

Da lì in poi il diluvio. Ogni venerdì sera, alla fine delle due-tre ore di discussione accesa, il dottor Jeckyll in noi si trasformava nel più docile ma iconoclasta Hyde, traducendo forse nel suo più perfetto ed originario significato il famoso motto del maggio francese “je suis marxiste de tendence Groucho”.

Gli spot e il conseguente “gruppo spottivo” (praticamente tutta la line-up della Radio con pochissime eccezioni) erano diventati una cosa tremendamente seria; da lì a breve, peculiare caratteristica di una Radio che attorno al collettivo era divenuta un punto di aggregazione importante per molte menti della città.

Un calembour di razze, colori, umori e tematiche decisamente psichedelico dove, alla stregua del futuro Blob televisivo, si riusciva ad inserire un mondo in uno stacchetto di parole e musica di pochi secondi.

Molto pop. Ai Beatles sarebbe piaciuto.

Vittorio Albani

made in bz

Lo scrivevo già a fine luglio (qui): grazie al blog Franzmagazine torna ad essere presente nella blogsfera altoatesina una piattaforma di discussione culturale. Non è l’unica, ma è quella che seguo con maggior continuità (viva i feed, viva il web 2.0) è che – a pochi mesi dalla sua creazione, ha un valore di tutto rispetto (vedetelo come un gioco). Non mi piace tutto, ma ritengo alcuni post eccelsi. Segnalo a questo proposito un post sulla difficoltà di affermarsi nel giro musicale al di fuori dei confini della propria provincia. Una breve analisi realizzata chiamando in causa chi (e anche qui chi più e chi meno) ce l’ha fatta, almeno ad uscire dalla definizione “band locale”. Questo il link al post (si apre in una nuova finestra).
Naturalmente il discorso sarebbe più ampio, ma il fatto di aver costruito l’articolo chiamando in causa personaggi noti della scena locale mi è piaciuta molto. Complimenti!
Restiamo in ambiti di produztione musicale. Sul finire dell’estate mi ero ripromesso di ridare vita al podcast Fattore K (approfondimento su diritto d’autore nel web, arte contemporanea e musica) e avevo anche già individuato due dei possibili collaboratori. Mi sarebbe piaciuto realizzare una trasmissione con più interventi, ma alla fine, conscio dello sforzo da sostenere per un ciclo di almeno 10 trasmissioni, ho lasciato perdere. Non così l’amico Rivo che è da poco uscito con la prima puntata della quinta stagione di Indiebar. E alla trasmissione collabora, tra gli altri, anche Zig, ovvero colui che con Rivo volevo coinvolgere in Fattore K. La trasmissione è piacevole anche se i meccanismi devono essere ancora oliati. Pur di tornare on air (la trasmissione verrà trasmessa anche da Radio Tandem (Bolzano), i conduttori hanno realizzato tutto davanti ai loro pc o mac, ed alcuni devono ancora riappropriarsi della tecnica. Insomma un buon inizio. Aspetto con ansia le prossime uscite!

Settembre 2010

Settembre 2010. Con la riapertura delle scuole, riprende anche la vita normale, con i suoi ritmi serrati. Per quanto riguarda il presente sito, ci sarà una maggiore attività soprattutto del blog e del podcast, oltre ad un aggiornamento delle sezioni di archivio.
Sul fronte podcast sto pensando ad una seconda edizione di Fattore K, trasmissione di musica, cultura ed internet utilizzando esclusivamente musiche libere. L’ultima trasmissione, la n. 22, risale all’aprile del 2006 ed era condotta live negli studi di Radio Tandem (il bello della diretta) in compagnia di esperti nel loro settore: Denis Isaia, esperto di arte, soprattutto contemporanea e Bruno De Rivo – per gli amici semplicemente Rivo – appassionato di musica che in quella stagione radiofonica contribuì anche come esperto di tutela del diritto d’autore nel settore del design (questa la trasmissione – musiche di Wang. Inc).

Quest’anno dovrò rinunciare alla diretta per questione dei succitati ritmi serrati: non lo faccio volentieri, in quanto toglie ritmo alla trasmissione (inevitabilmente verrà a cadere anche la cadenza settimanale delle trasmissioni). D’altro canto c’è internet, che facilita lo scambio di idee e contenuti. Fate conto che ho una lista di artisti che ho contattato con la promessa di dar loro spazio all’interno del sito, senza dare seguito alla cosa (sic).
Il podcast, unito alle nuove tecnologie di massa e gli insegnamenti del maestro Tiziano Popoli, amico prima che insegnante di informatica musicale presso l’Istituto Musicale Vivaldi di Bolzano, potrebbe quindi riprendere. Questo post vale anche (!) come appello: se qualcuno vuole collaborare, anche solo per singole trasmissioni, lo prego di farsi avanti, anche solo commentando questo blog (la pubblicazione è soggetta a moderazione, per cui i commenti li vedo solo io).

33 1/3 SPOT – Intervista di Zeppelin (RAI-RADIODUE) a Vittorio Vic Albani e Till Antonio Mola

Una radio particolarissima – LA radio alternativa di Bolzano, aderente al circuito di Popolare network – e un’operazione discografica insolita. Probabilmente l’unica di questo tipo e con questo tipo di contributi audio (cratività pura, made in Tandem) mai realizzata in Italia. Merita!!!

Alla vigilia della presentazione al pubblico del cd antologico di spot (ma sarebbe più oppurtuno parlare di “sketches”) dell’emittente bolzanina Radio Tandem che festeggia così il proprio 33° anno, Paolo Mazzucato presenta il cd intervistando Vic Albani e Till Mola, rispettivamente direttore artistico e coordinartore (insieme a Marco Ambrosi) del progetto. L’album di spot è scaricabile gratuitamente dal sito di Radio Tandem nei formati mp3, AAC/m4a, ed immagine disco. Scaricabili anche i testri descrittivi e la copertina (ritagliabile e da incollare).

A pi greco mezzi

In materia di tutela del diritto d’autore in questi primi giorni del 2010 assistiamo ad alcuni segnali a dir poco preoccupanti. Purtroppo gli italiani sono abituati alle brutte notizie. Si impreca e le si registra in un qualche anfratto della mente sperando che qualcuno abbia la forza di combattere l’ennesima battaglia.
Il nuovo decreto firmato dal ministro per il beni culturali (Decreto Bondi) inasprisce il prelievo per compensare i mancati guadagni causati dalla pirateria, estendendo a tutte le unità di memorizzazione la tassa.
In soldoni significa che l’equo compenso per una confezione di 20 cdr ammonta a 5,87 €, per una chiavetta usb da 4 GB a 0,36, per un hard disk da 1 TB a 10 Euro, per un iPod da 160 GB a 16,10 Euro, per un telefonino multimediale 0,90 Euro, ecc. (notizia presa da qui, troverete una tabella con diversi equi compensi).

A metà gennaio la SIAE in un comunicato prende posizione sul decreto giustificando i balzelli. Una frase su tutte: “il compenso per copia privata non è una tassa. E’ invece, un compenso che va a soggetti privati, destinato a risarcire, sia pure in maniera parziale, i creatori delle opere dell’ingegno e gli altri aventi diritto dal danno provocato loro dal mancato acquisto dei supporti originali contenenti brani musicali, film, opere delle arti visive, ecc.”
Pressoché immediata la replica dell’associazione dei consumatori Altroconsumo,che rileva che l’estensione dell’equo comenso “a tutti i dispositivi elettronici dotati di memoria lo ha reso ancora più iniquo (specie dove il diritto alla copia sia già previsto e remunerato da licenze) e poco trasparente: la stessa redistribuzione delle somme provenienti dall’equo compenso, infatti, avviene sulla base di meccanismi poco accessibili e buona parte del denaro viene assorbito dai costi strutturali e amministrativi della stessa Siae.”

Il 9 febbraio Altroconsumo pubblica sul proprio sito un comunicato stampa in cui – tra le altre cose denuncia: “Con il decreto Bondi sull’equo compenso è stato esteso il prelievo da parte della SIAE di una quota di prezzo destinato a remunerare gli autori per la copia privata (prima previsto solo su CD, DVD vergini e masterizzatori) a tutti i dispositivi dotati di memoria, come telefoni cellulari, decoder, console di videogiochi. Secondo Altroconsumo si tratta di una tassa iniqua, in concreto aiuti di Stato alla SIAE e all’industria dell’audiovisivo, con abuso di posizione dominante. E un’interferenza illegittima con il funzionamento del mercato interno UE.” Si tratta di un estratto di un ricorso all’Unione Europea per il decreto sopra citato.

Che la situazione stia precipitando, lo si apprende dal blog dell’avvocato Guido Scorza, GBLOG (lo definirei un osservatorio delle furbate pubbliche in materia di diritto d’autore) che in un post al fulmicotone si scaglia contro otto sigle di enti beneficiari del decreto Bondi (AIDAC, ANEM, FEM, GCI , L’ASSOCIAZIONE, MAP, SNAC, UNEMIA), autrici di un comunicato stampa – a detta di Scorza – pubblicate sul sito della SIAE (non ne ho trovato traccia) che si scagliano – pur senza citarla – contro Altroconsumo. Ebbene Scorza risponde punto su punto al tentativo di legittimazione di una tassa iniqua, l’ammontare delle cui entrate non andrà agli autori, quanto ai beneficiari di uno degli ultimi monopoli rimasti in Italia. Scorza riprende grossomodo le posizioni di altroconsumo, cambia il tono.

Il decreto ed il dibattito che ne consegue ruota tutto intorno alla definizione di copia privata. Qualche anno fa intervistai a riguardo Sergio Messina, musicista ed opinionista, considerato uno dei padri del movimento no-copyright in Italia, con cui ho chiacchierato di copia personale privata, di reti P2P e di SIAE. Insomma, vi consiglio un po’ di fondamentali. Questa la mia intervista telefonica (realizzata in diretta telefonica per Radio Tandem) a Messina.

Da non dimenticare in questo contesto il convegno su copyright e copyleft organizzato dalla Ripartizione Cultura italiana (per cui lavoro) nel 2005, con interventi di Sergio Messina e Marco Marandola, allora considerato uno dei massimi esperti in materia di diritto d’autore in Italia, prematuramente scomparso pochi mesi dopo, da ascoltare assolutamente (clicca qui)!

kiasma.it il sito personale di Till Mola