Alpini a Bolzano

Inizia oggi la tre giorni dell’Adunata Nazionale degli Alpini  – tutte maiuscole, come sul sito ufficiale 😉  .

Bolzano nelle ultime settimane ha cambiato faccia (mai visto tanti tricolori, nemmeno ai mondiali di calcio del 2006) e molti conterranei analizzano i punti di vista dei diversi gruppi linguistici – mi piace l’analisi del blogger Walter Donegà.
Una cosa normale per Bolzano. Tuttavia in questo momento vivo di sensazioni ed ho voglia di lasciarmi trasportare dalle emozioni. Posso dire che in città si respira una piacevole atmosfera. Mi piace, anzi mi piace molto. Gli incontri avuti finora mi sono piaciuti. Ancora gli Alpini devono sfilare, ma l’umanità che stanno portando in città è contagiosa. C’è da dire che ieri sera eravamo a ca. 30.000 alpini su 300.000 attesi. Bolzano conta 100.000 abitanti – molti hanno deciso di fuggire (si dice che il lago di Garda sia bolzanino in questi giorni).

Finora tutto sembra funzionare bene, complice la buona organizzazione interna dei partecipanti. Che dire altro? godiamoci questa festa!

In motocicletta sulle Dolomiti (Documentazione, 1926)

Con la diffusione massiccia della tecnologia digitale, ora è più facile rendere disponibili sul web i contenuti videoi. Ma fino a soli pochi anni fa la decisione di digitalizzare i contenuti su pellicola e di renderli fruibili ondine era visionaria. Il videoserver della Ripartizione cultura della Provincia autonoma di Bolzano non è certamente conosciutissimo, ma con la generazione di un codice html di incorporamento dei video e la possibilità di condividerli su facebook, molti contenuti stanno cominciando a farsi largo nel www.

Il filmato qui sopra mi viene indicato come uno dei più seguiti tra gli oltre 500 finora caricati. Si tratta di una documentazione a cura del fotografo sportivo austriaco Lothar Rübelt (1901 – 1990), restaurata grazie all’encomiabile sforzo sostenuto dal Centro Audiovisivi della Ripartizione provinciale Cultura italiana che, in collaborazione con il Filmarchiv Austria di Vienna. Il filmato è stato dotato di nuove didascalie ed arricchito con una colonna sonora firmata da Tiziano Popoli.

museruole (women in experimental music) dal 4 al 5 maggio a Bolzano


Poche righe per annunciarvi l’imminente inizio di museruole, rassegna ideata da Valeria Merlini per il comune di Bolzano. Valeria, con cui condivido trascorsi a Radio Tandem, è bolzanina di nascita, ma studi e lavoro la hanno portata in giro per l’Europa (Firenze e Berlino, principalmente) dove è conosciuta sia come dj (jd zazie, il suo nome di battaglia) che come direttrice artistica – suo il workshop experimental turntablism e la successiva serata dedicata al dj-ing sperimentale durante Transart 2011 oltre ad alcuni convegni-workshop sui paesaggi sonori.

La rassegna, organizzata per conto dell’assessorato alla cultura e alla convivenza del  Comune di Bolzano in collaborazione con Transart, è dedicata alla sperimentazione musicale al femminile e si terrà da domani al Museion. L’ingresso è libero.

Per i dettagli rimando al comunicato stampa del Comune di Bolzano e al sito della rassegna.

Living library oggi al Centro Multilingue a Bolzano

Protagonisti della living library, della biblioteca vivente, sono cittadini volontari di provenienza straniera. Sono loro i libri, solo che non leggeranno, lasceranno fluire  i propri ricordi, le tradizioni e gli eventi culturali dei loro paesi. Gli utenti solop liberi di dialogare con i libri viventi.

L’iniziativa è in corso da questa mattina, lo sapevo. Il motivo di questo post è dato dall’entusiasmo della mia mamma per questa iniziativa, che non intende perdersi, peraltro organizzato dal Centro Multilingue di via Cappuccini (ingresso dal Centro Trevi) a Bolzano, quindi da un servizio della ripartizione per cui lavoro.

Che dire di più?! da provare! clicca qui per maggiori informazioni (disponibile anche il programma in pdf)

Megaupload

33 1/3 SPOT

Ebbene sì, hanno chiuso Megaupload. Nel caso di questo servizio le cose stanno un po’ diversamente rispetto al P2P. Però è un dato di fatto che gli spot raccolti per i 33 anni di Radio Tandem, caricati su Megaupload, non infrangono il diritto d’autore. Era semplicemente comodo averli lì, scaricabili ad una velocitè decente…

Cos’è 33 1/3 Spot (dal sito di Radio Tandem)

Marx? Karl o Groucho?

Verso la fine degli Ottanta venne addirittura preparato un elaborato di laurea al Dams di Bologna dedicato agli spot di Radio Tandem.

Effettivamente, senza saperlo, avevamo creato qualcosa di nuovo, quantomeno sicuramente di diverso.

Nell’ultimo anno dei Settanta, quando per riempire le tante ore senza programmi effettivi, decisi di far acquistare alla Radio un mitico registratore a bobine che trasmettesse musica, mi ritrovai a dover risolvere un classico problema: il nastro di una bobina – a velocità normale – poteva avere una massima durata di 6 ore: 3 per ogni lato. Ovvio che, almeno una volta ogni mezz’ora, sarebbe stato intelligente indicare all’ascoltatore cosa stesse ascoltando o – vista la jungla di emittenti che operavano in quegli anni – su quale frequenza fosse collegato. Cercando di lavorare con quella necessaria creatività che ci eravamo dati quale segno distintivo rispetto alle radio colleghe, scelsi fin dall’inizio la strada del non-sense partendo da un presupposto stupido: tutte le altre radio sparavano ogni tre minuti, l’ora esatta, il nome dell’emittente e – in caso – il titolo della trasmissione che stava andando in onda. Perché dare indicazioni così semplici e per certi versi idiote? Se qualcuno era sintonizzato sui nostri 98.400 MHz, perché ricordarglielo e perché – dato che la musica che stava ascoltando era una ponderata scelta di cose “intelligenti” (lo scrisse Saviane sull’Espresso in un articolo che presentava Bolzano, citando la radio innanzitutto per una scaletta musicale “tra le migliori dell’Italia contemporanea”) – interrompere un senso “culturale” di ascolto, dicendo l’ora esatta piuttosto che le condizioni del tempo (entrambi cavalli di battaglia di un modo di fare radio decisamente “americano”)?

Oltretutto avevo davanti il problema del fatto che quelle bobine avrebbero girato per giorni, mesi e anni senza dunque la possibilità di rendere il “tempo presente”. Oltre a dunque una colonna sonora che sarebbe dovuta necessariamente restare nel tempo, scelsi frasi assolutamente assurde, provocatorie, casuali, atemporali.

Credo che la prima, dopo i primi 5-6 brani registrati fu una cosa tipo “ma perché stai ascoltando Radio Popolare?”… buttata lì così, d’amblé, un po’ sinistra e paurosa, un po’ scema e un po’ no ma che avrebbe forse fatto tendere l’orecchio più che il solito rifritto jingle musicale con il coretto che canticchia il nome della radio e che molti a quel tempo verificavano quale simbolo di acuto professionismo.

Non eravamo forse brutti, sporchi, cattivi e di sinistra e senza tutti quei tacchi a spillo dalle voci incredibilmente uguali ed impostate che inondavano le moquette delle radio che, in quel tempo, contavano in città?

Dalla prima idea di ciò che allora non chiamavamo neanche lontamente “spot”, nelle bobine successive andai ovviamente incontro ad un logico lavoro di affinamento. In radio non avevamo un vero e proprio studio di registrazione affiancato alla sala trasmissione primaria, per cui o si lavorava di notte oppure si chiedeva aiuto. Lo trovai dagli amici dello studio Prisma, in qualche modo attrezzato sicuramente in modo più professionale e che, al tempo, produceva lavori di sonorizzazione e produzioni multimediali. Senza rompere le scatole, chiesi gentilmente le chiavi e gli orari in cui non avrei trovato nessuno. Lì con un semplice mixer, un buon microfono ma anche e soprattutto un minimo rack di effetti (unità di riverbero, eco e poco altro che nemmeno usai) e una piccola collezione di dischi di effetti sonori (a quel tempo li possedevano solo i rumoristi della Rai in storica eredità dei gloriosi studi londinesi della BBC), passai alla “fase due” o, in altre parole, un modo più serio di registrare quei piccoli interventi di pochi secondi che avrebbero trovato posto nelle famose bobine.

Funzionava. E gli ascoltatori ci fermavano per strada anche perché avevano riconosciuto un nuovo mondo di vivere radiofonicamente; anche dall’altra parte del microfono e delle antenne.

Collateralmente all’idea in nuce degli spot, cominciai a produrre anche dei “richiami” per presentare e lanciare le trasmissioni del palinsesto. Una novità assoluta alla quale nessuno aveva ancora pensato, mentre oggi è un reale “must”, specialmente televisivo.

La Radio, a cavallo fra la fine dei Settanta e l’inizio degli Ottanta, stava intanto vivendo un importante momento politico che sfociò nel fondamentale incontro con il movimento verde-alternativo di “Nuova Sinistra – Neue Linke”, guidata (dal 1978 e per tre legislature, nelle sue varie evoluzioni) da Alexander Langer. Rimando gli interessati agli importanti scritti che raccontano la nascita del periodico Tandem e della trasformazione della rionale Radio Popolare in quella Radio Tandem che – anche a livello radiofonico – celebrava la volontà di due culture di pedalare insieme e non contrapposte come sembrava avere voluto la storia post-bellica di questi territori.

Avevamo dunque innanzitutto e fondamentalmente una vera e propria redazione. Nella sede della piccola casettina a due piani di via Lungo Isarco, Tandem era un piano superiore con una sala riunioni redazionale e un piano inferiore con due piccole stanzette nelle quali viveva la radio.

Fu in occasione del censimento del 1981 e delle vicine tornate elettorali per provinciali e comunali che i giochi diventarono seri e che la radio espresse un primo importante momento di raccolta sociale.

Durante una riunione diventata poi storica, nella quale si sarebbero dovute prendere decisioni importanti per il futuro della parte radiofonica del progetto Tandem, Alex prese la parola per illustrare, fra il resto, anche il modus operandi di Radio Radicale. La sua idea, mutuata da quella di Marco Pannella, era anche quella di trasformare la radio in uno strumento di pura campagna elettorale, una sorta di importante e qualificato megafono delle idee base che guidavano il movimento cittadino di allora. Istanza sicuramente buona per certi versi ma che avrebbe però spostato il baricentro del progetto. Ci sarebbe da fermarsi e scrivere pagine a riguardo ma, per brevità, diremo dunque che si trattava – in nuce – di potenziare il giornale, trasformando la radio in un giornale da ascoltare. Dirette parlamentari, trasmissioni fiume in filo diretto con gli ascoltatori specialmente nei periodi di campagna elettorale e via di conserva. Si trattò dunque di scegliere. Presi la parola e, appoggiato da Dominikus Andergassen, Marco Trentin e Antonio Vaccaro, difesi invece una linea più “artistica” della scelta radiofonica e con un prolisso intervento, conclusi alla fine che accettando la proposta, si sarebbe sì vissuto qualcosa di certamente importante per tutti, ma che – allo stesso tempo – avremmo dovuto prepararci ad abbandonare un’idea di radio diversa che stavamo invece perseguendo anche grazie alla musica scelta in modo alternativo e ad altre trasmissioni che nessun palinsesto delle radio concorrenti, almeno in città, stava ospitando.

Dato che di lì a qualche mese ci sarebbero state delle elezioni comunali, decidemmo salomonicamente per una via che avrebbe forse accontentato le due posizioni, scegliendo così il primo vero momento di impegno “totale” (il secondo sarebbe avvenuto circa dieci anni dopo con l’importante esperienza  di Umberto Gay di Radio Popolare di Milano che guidò la costruzione di una nuovissima redazione), ove redazione giornalistica e redazione radiofonica si fusero e collaborarono alla stesura di un palinsesto ricco di ogni tipologia di sociale radiofonico.

E giocoforza, visto che la Radio (qui è necessaria la “R” maiuscola) aveva accettato di vivere anche “creativamente” ed “artisticamente”, i semplici “richiami” di ascolto si trasformarono in qualcosa di più importante e denso. Non fu necessario cercare per forza altri “addetti” alla parte creativa. Per una sorta di naturale accadimento, alla fine di una classica dura giornata, ci si ritrovava alla sera con la voglia anche di divertirsi insieme. Così, alle tre del mattino di una fredda giornata autunnale, alla fine di una classica riunione generale, mi misi al mixer e approfittando di un’ora in cui sicuramente non ci sarebbe stata molta gente all’ascolto, incominciai a mandare musica dal ritmo sostenuto recitando alla fine di ogni brano trasmesso una sorta di giagulatoria che metteva insieme uno dopo l’altro tutti i vari “comunicati” precedentemente sparsi nelle famose bobine. Dal piano di sopra partirono applausi e risate e dopo pochi minuti, una decina di persone era intorno al microfono a sparare cazzate alla maniera forse dell’Arbore di Alto Gradimento e dunque ben prima dei successi di “Quelli della notte” o di “Indietro tutta” che sarebbero arrivati di lì a poco. In quella notte naque il primo vero spot collettivo. Quel “Una Radio di movimento”, testimoniato anche sul CD che raccoglie alcuni fra gli spot storici della Radio. La fortuna fu quella di avere la possibilità di fare un casino indemoniato alle tre del mattino. La casa di via Lungo Isarco era fondamentalmente isolata, lontana da altre abitazioni e quindi, nove persone che marciavano a ritmo di parata militare sbattendo con forza i piedi all’unisono sulla lunga scala in legno che collegava la radio alla stanza delle riunioni, non sono state un problema.

Da lì in poi il diluvio. Ogni venerdì sera, alla fine delle due-tre ore di discussione accesa, il dottor Jeckyll in noi si trasformava nel più docile ma iconoclasta Hyde, traducendo forse nel suo più perfetto ed originario significato il famoso motto del maggio francese “je suis marxiste de tendence Groucho”.

Gli spot e il conseguente “gruppo spottivo” (praticamente tutta la line-up della Radio con pochissime eccezioni) erano diventati una cosa tremendamente seria; da lì a breve, peculiare caratteristica di una Radio che attorno al collettivo era divenuta un punto di aggregazione importante per molte menti della città.

Un calembour di razze, colori, umori e tematiche decisamente psichedelico dove, alla stregua del futuro Blob televisivo, si riusciva ad inserire un mondo in uno stacchetto di parole e musica di pochi secondi.

Molto pop. Ai Beatles sarebbe piaciuto.

Vittorio Albani

Angelo Monne di Dorgali espone ad Ora

Scoprii casualmente i lavori di Angelo Monne, seguendo un commento al blog 10/01 dell’amico Marco Ambrosi. Fu così che ho conosciuto molti lavori  degli ex studenti dell’ISIA, Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, di Urbino (Marco e Angelo sono stati la mia chiave di accesso). Si tratta sostanzialmente di compagni di corsi che si tengono in contatto e che, grazie ad internet, condividono parte dei loro lavori.

La tecnica di Angelo – i disegni sembrano scavati – i colori utilizzati e le atmosfere evocate mi hanno subito colpito, toccando corde molto profonde. Quest’estate ho avuto modo di incontrarlo a Dorgali (NU), il suo paese. Nelle poche ore passate insieme penso di aver compreso il suo profondo amore per la Sardegna, per la sua natura, per le montagne e per il mare.
Con i suoi disegni scritti, quasi delle strisce a fumetto, racconta storie ambientate nella sua terra, di cui è profondo conoscitore, compresa la storia ed i miti. Da esse traspare anche il suo animo ecologista ed il suo j’accuse nei confronti di chi questa sua terra la sta trasformando in nome del turismo. Sono storie di vita di paese. A guardarle e leggerle si respira aria di provincia italiana e i personaggi fanno pensare immediatamente alle maschere tradizionali sarde, metà uomini metà animali. Un mondo fantastico che si mescola col mondo reale e con i problemi reali (preso da qui).
Angelo è un personaggio, come dire, duro e puro. E modesto. Uno che va dritto per la sua strada. E che comunque con il suo lavoro di illustratore riesce a campare, quindi onore al merito.
Ora, Marco Ambrosi è riuscito ad organizzargli la mostra all’interno del bar dell’attivissimo ritrovo Arci Aur-Ora (di fronte alla stazione di Ora) – dall’8 al 21 ottobre (apertura dalle 7 alle 24).
L’inaugurazione è il venerdì 7 ottobre alle ore 19.30, e sarà presente anche Angelo. In questa occasione si potrà acquistare, per 10 euro, anche il libretto “E’ successa una cosa” che, come sottolinea lo stesso Angelo, “è un affare: formato A4, stampato su carta betulla lussuosa, che contiene un’invettiva molto scurrile e c’è pure la mia bella faccia.”
Il libretto in caso è disponibile in forma elettronica qui.

P.S. dimenticavo: Angelo Monne ha un fantastico blog

P.P.S. (13 ottobre 2011)- Qui l’intervista rilasciata da Angelo Monne alla Rai di Bolzano – inserita in una trasmissione del mio podcast

Gemeinde Bozen – wie eine Fahne im Wind…

Ma con quali criteri viene governata la nostra citta???

La settimana scorsa ho dovuto prendere atto che dal 1 novembre e per sempre, la città avrebbe bandito dalla città gli scooter ed i veicoli con classe di emissione “euro0” ed “euro1”. “Si tratta – così l’assessore Trincanato – di una misura a favore della salute dei cittadini”. Ecco, io ritengo questa una uscita ipocrita. Se veramente dietro ci fosse la salute dei cittadini, nulla da dire. Ma la realtà è un’altra: il 31 marzo scorso , l’APPA, agenzia provinciale per l’ambiente stilò un bilancio (questo) sulla qualità dell’aria alla fine della stagione invernale ed affermò tra le altre cose che “Nelle città di Bolzano e Bressanone la situazione è in graduale miglioramento ed i valori limite (per il 2015) potranno essere rispettati quasi dappertutto anche grazie ai provvedimenti decisi dai Comuni. Purtroppo anche per queste due città, come per le altre località poste a ridosso dell’autostrada del Brennero, rimangono delle zone interessate da valori di NO2 particolarmente elevati.”

Bene! Prendo atto della decisione del comune, ma mi aspetto coerenza: penso alla gestione del traffico in occasione dei mercatini di Natale o a quando, a partire dalla primavera, i grandi alberghi si lamenteranno per le disdette dei raduni di auto storiche, che rientrano nel blocco della nuova ordinanza. Saranno queste, pensavo, le occasioni per valutare il rigore del Comune di Bolzano. In fondo c’è di mezzo la salute dei cittadini (dicono). Mai avrei pensato di ottenere la mia risposta dopo pochi giorni: una prima avvisaglia del modus operandi del comune si è infatti avuta ieri, domenica 18 settembre: “per non penalizzare la mobilità dei bolzanini in una giornata di brutto tempo”, il comune ha deciso in extremis di annullare l’iniziativa “Bolzano sentz’auto” (blocco del traffico dalle 9.30 alle 16.30) e Bolzanoinbici, manifestazione che si sarebbe dovuta tenere con ogni tempo e per la quale erano stati organizzati numerosi eventi collaterali.

Le previsioni meterologiche davano pioggia per domenica da giorni. Volendo (!), c’era tutto il tempo di rimandare tutto. Invece ieri a metà mattinata, a bolzanoinbici in corso,  è stato sospeso il blocco delle auto, con la conseguenza che i ciclisti, molte le famiglie con bambini, si sono trovati a dove fare la gimkana in mezzo alle auto. Non solo: c’è anche chi, tra i ciclisti che hanno effettuato l’intero tragitto, si è sentito negare il premio finale (la maglietta della manifestazione) a causa dell’annullamento.

Volevo risposte? Le ho avute!

Upload – votare la propria band preferita sul sito del quotidiano Alto Adige

Dopo anni di ascolto assiduo di demo, avevo perso l’abitudine a questa attività. Oggi mi ci sono ri-dedicato, anche se è stato più un gioco. Da qualche anno a questa parte il Servizio giovani della Provincia autonoma di Bolzano organizza Upload, un concorso-festival per gruppi emergenti da tutta Europa (questo il sito). Tra le molte selezioni ve ne è una riservata al voto del pubblico che, collegandosi al sito del quotidiano  Alto Adige può ascoltare dieci nuove proposte musicali e votarle. Alla fine del sondaggio, il brano che avrà ricevuto più clic si aggiudicherà il premio Upload-Alto Adige/Trentino on line e potrà esibirsi sul palco durante le serate finali del festival.
L’esercizio da fare è simpatico e senza pretese. Anzi penso proprio che il mio voto qui conti poco o niente, considerato che le band verranno votate dagli amici e dagli amici degli amici. Però l’idea è carina. Soprattutto se ci si impone di ascoltare integralmente (!) i dieci brani, di gruppi magari sentiti di nome, ma che non ho avuto, ancora, la possibilità ed il piacere di ascoltare dal vivo.

Alla fine del primo giro di ascolto, ho salvato 4 brani, anche se ancora non so a quale darò la mia preferenza.

Moscaburro: October’s rain
Moscaburro October\’s Rain

Ai primi giri di accordi di chitarra li avevo già mentalmente bocciati. Il brano si fa interessante quando entrano in supporto alla voce maschile, su linee melodiche diverse, le due voci femminili. Musica d’altri tempi. Molto affascinante…

Hill Street Blues Band: Let’s Stop to meet
Hill Street Blues Band let\’s stop to meet

Motivazione analoga per la Hill Street Blues Band. Due le voci in questione, una maschile ed una femminile, con la prima in supporto alla seconda. Il brano è molto piacevole e più strutturato rispetto al precedente. Ma ad affascinarmi sono le voci.

Neurotic Maze: Behind a wall of glass
Neurotic Maze behind a wall of glass

Genere totalmente diverso per il producer bolzanino Hannes Hofer che si presenta come Neurotic Maze. Elettronica sì, ma con un tocco che non saprei come definire. Proverei con interessante…

Kepsah: Oltre
Kepsah Oltre

Detto questo, spesso per imporsi in una competizione non basta essere bravi, ma proporre qualcosa di insolito, di forte. E decisamente forte è il brano proposto dei trentini Kepsah. Rullante a cadenza marziale, voce recitata, almeno nell’intro L’influenza dei Massimo Volume appare evidente, eppure il brano al primo ascolto prende ed anche il testo è tutto fuorché banale. Kepsah.

(I player sono collegati ai file mp3 pubblicati dal quotidiano.)

Per finire, il link con la pagina web del quotidiano Alto Adige su cui votare i vostri brani preferiti:

http://temi.repubblica.it/altoadige-sondaggio/?pollId=2626

Per la musica: MusicaInSalotto

Bolzano non è certo una città morta dal punto di vista musicale. Lo dice anche Nives Simonetti, storica ed ormai ex voce della radio rai locale, da anni nel comitato artistico del festival transart, e persona da sempre molto presente nella vita culturale bolzanina.

Apprendo del suo ultimo progetto da una sua mail, che ripropongo quasi integralmente:

L’ offerta della nostra città in campo musicale è sicuramente ampia e variegata, e i musicisti ospiti sono indubbiamente di grande fama e di alto livello.
Come di valore sono i musicisti che quotidianamente operano nelle Istituzioni Musicali cittadine.
Conoscere questi musicisti, ascoltarli in concerto, in un ambiente accogliente, fuori dall’ ufficialità dei saggi di fine anno o delle sale da concerto, potrebbe costituire occasione di vivo interesse per chi ama la musica. Così come potrebbe essere piacevole il dopo-concerto, scambiando idee in loro compagnia davanti a un drink o una tazza di caffè.
E’ l’idea, un po’ vecchiotta ma sempre valida, del salotto, la bella tradizione degli incontri in cui la musica diviene anche convivialità e momento di scambio d’idee: si può provare a farla rivivere, quell’atmosfera?
La formula potrebbe essere quella del concerto-con-presentazione, della durata di un’ora circa, in una bella Sala come quella del Palazzo Mercantile in via della Mostra; per il dopo-concerto, l’accogliente Ristorante Fink, in via della Mostra.Per la scelta dei musicisti, preziosa la disponibilità delle Istituzioni Musicali cittadine.
Per il corrente anno si potrebbero prevedere 6/8 concerti (a seconda delle adesioni e della disponibilità della Sala), uno o due dei quali in memoriam, per ricordare i docenti di musica degli anni passati, personalità importanti di cui, purtroppo, ben poche persone, oggi, hanno memoria.
La giornata ideale potrebbe essere il mercoledì, alle 18, un orario comodo per chi, magari, non ama uscire la sera, e per gli studenti.
L’idea della MusicaInSalotto non prevede la vendita di biglietti, manifesti, programmi etc.: il finanziamento può venire solo dall’interesse degli appassionati!
I contributi potrebbero essere così articolati: 50,00 € per il ciclo completo – 25,00€ per una parte del ciclo – 10,00 € per gli studenti.Data la formula “disinvolta” dei concerti, i bambini sono i benvenuti: sono il pubblico di domani!

Il progetto è ancora in una fase embrionale. Nives spera in un’adesione ad un primo incontro di confronto, mercoledì 23 febbraio alle 18 al ristorante Fink di via della Mostra. Ma se siete interessati, o pensate di andare all’incontro, la preghiera è di contattarla a questo indirizzo di posta elettronica.

Conferenza sui rischi di internet

4feb
Nel 2005 ebbi la fortuna di assistere ad un dibattito sul tema del diritto d’autore e la proprietà intellettuale in internet. Tra i relatori: Sergio Messina, musicista ed opinionista, e Marco Marandola, esperto di diritto d’autore e di licenze elettroniche, venuto a mancare giovanissimo (40) appena tre mesi più tardi . Doveva partecipare anche un rappresentante della SIAE, che però non si è fatto vedere.
Il dibattito mi piacque molto… dirò di più: fu quell’incontro ad indurmi a realizzare un blog ed un podcast tematici su kiasma.it, contribuendo a farmi approfondire la materia del diritto d’autore in internet – soprattutto con il ciclo di trasmissioni Fattore K(iasma), oltre a proporre (e propormi per) la realizzazione del podcast Alto Adige Cultura.
Non di diritto d’autore, ma di rischi in internet si parlerà venerdì prossimo al Centro Culturale Don Bosco di Bolzano. Il pretesto è la presentazione del libro Le reti nella Rete e vede presenti l’autore Michele Facci del volume, il sovrintendente regionale della Polizia di Stato Mauro Berti, responsabile tra le altre cose dell’ufficio indagini pedofilia e Aldo Gabbi, apprezzato dirigente scolastico trentino, componente del Comitato di valutazione per la qualità del sistema scolastico della scuola in lingua italiana dell’Alto Adige. Destinatari: soprattutto genitori, educatori, ma anche i ragazzi

Mercatino del disco usato al Pippo.Stage (a Bolzano)

Da mesi sono indeciso se privarmi o meno della mia collezione di dischi, e del mio impianto stereo, mixer e piatti technics professionali (si, proprio quelli su cui mise le mani il fonico degli Who inserendo solo contatti dorati) inclusi. Alla fine poi di solito desisto, anche perché – gli amanti del vinile conoscono la situazione – ogni disco ha la sua storia, quasi fosse una parte di me. Dall’altra devo riconoscere che – a parte singoli dischi – di molti non ho più bisogno. In internet trovi tutto e on-demand: i servizi video in streaming gratuiti presenti nel www uniti ai social network sono una risorsa inestimabile.

Il web offre anche le piattaforme ideali per la vendita del vinile: fino a qualche anno fa di siti degni di nota c’era solo Gemm; da un po’ di tempo a questa parte la piattaforma più performante sembrerebbe essere Discogs, un sistema che parrebbe essere stato pensato per archiviare i propri dischi: volendo pubblicare la propria collezione di dischi, ci si può agganciare a tutti i dati dei supporti fonografici precedentemente inseriti da altri; successivamente si può pensare di metterli in vendita. A vendita avvenuta si paga una percentuale al sistema. Il metodo di vendita è intrigante, ma presuppone molto tempo libero, merce rara di questi tempi.
Ma per fortuna il Pippo.Stage si è inventato il mercatino musicale, indirizzato soprattutto al vinile. Francamente non so se cederò alla tentazione, ma l’iniziativa (presa da qui) è sicuramente degna di menzione. Il mercatino si svolgerà all’interno del Pippo, venerdì 28 gennaio dalle 19 in poi. L’iscrizione è gratuita ma obbligatoria (arci@arci-uisp.it oppure 0471323648 – Pippo.Stage Via Cadorna,parco Petrarca, Bolzano).

Fa & antifa – alcune considerazioni

Scrivendo molto di musica, non posso esimermi dal fare alcune considerazioni sul dibattito in atto a Bolzano in questi ultime settimane. Sabato scorso – tra mille polemiche – si è svolto in una discoteca  il concerto degli Zetazeroalfa, band romana capitanata dal presidente di Casa Pound Italia (“E’ vero, siamo fascisti. Ma del terzo Millennio“).
L’opportunità di farlo svolgere è stato IL tema mediatico delle ultime settimane e francamente ho molto apprezzato che i media nei giorni immediatamente precedenti il concerto abbiano deciso, chi più chi meno, di non dare troppo risalto al concerto. La visione del mondo portata avanti dagli ZZA non mi piace così come non piace il modo di operare di CasaPound che negli anni si è costruita una nutrita schiera di seguaci, soprattutto per le proprie iniziative di solidarietà portate p.es. nelle scuole, in passato ai mercatini di Natale di Bolzano, da molti considerate come un cavallo di Troia.

Nell’ambiente di estrema destra è diffusa una propria simbologia – penso ai tatuaggi con le varie aquile imperiali, i loghi, i vari 8 (come l’ottava lettera dell’alfabeto), ma anche alle T-shirt nere con stampate le date delle vittorie coloniali italiane). Ecco, più del concerto in sè, fa paura l’effetto catalizzatore, in grado di concentrare tutti i sostenitori e simpatizzanti che ruotano intorno ad una associazione di – cito – estremo centro alto, oltretutto una associazione con molti satelliti e anche molto attiva sul piano della comunicazione (penso alle varie costose campagne di affissione).
Prima citavo l’iniziativa di solidarietà promossa nelle scuole. La campagna in sè può essere condivisibile. Ma si tratta della stessa associazione che nei mesi scorsi ha fatto notizia per essere intervenuta ad una festa per le famiglie dei ragazzi disabili mostrando uno striscione con su scritto “Travestiti da disabili, ma con le pance piene, siete sempre e solo iene” (notizia presa da qui). Alla faccia del terzo millennio. A questo punto mi auguro che almeno i semplici simpatizzanti riescano autonomamente a fare 1 + 1…
Ma torniamo a parlare di musica… Comunque la si veda il problema delle band di estrema destra esiste da anni ed ha un suo giro. Il genere ha cominciato ad espandersi come sottogenere del punk all’inizio degli anni ’80 sulla scia di gruppi come gli inglesi Screwdriver notoriamente legati al National Front. La scena – ed il fenomeno si ripete in tutto il mondo occidentale – ha le sua rete di distribuzione: etichette discografiche, fanzines e mailorder (se vuoi approfondire clicca qui).
E’ in questo contesto che leggo l’intera polemica: non si tratta(va) di proibire un concerto di musica, ma di bloccare una azione politica altamente provocatoria, che avrebbe portato a Bolzano centinaia di simpatizzanti da tutto il nord Italia.  In questa ottica si spiega anche l’intervento sul Corriere dell’Alto Adige del 19 agosto dell’ex procuratore capo Cuno Tarfusser, ora giudice della corte penale internazionale dell’Aia, che si espresse contro il concerto (Ho trovato l’articolo all’interno di un post del Bar8 sul blog vivamafarka).
Certo è che associazioni come CasaPound hanno più facilità a prendere piede in un periodo storico in cui la nostra democrazia fatica a comunicare i propri valori. Sembra passata un’eternità da quando il Presidente Pertini affermò che per difendere la democrazia ci vuole onestà e coraggio, che i politici devono dare l’esempio e che la politica deve essere fatta con mani pulite (preso da youtube, clicca qui per il video).
Detto questo, leggo che Margherita Cogo nella sua funzione di assessore regionale ha inviato alla procura bolzanina una segnalazione per le affermazioni deliranti e violente rilasciate dalla band dopo il concerto di sabato scorso. Guido Margheri, consigliere del Comune di Bolzano vuole fare altrettanto per richiamare le istituzioni pubbliche e locali ad una maggiore vigilanza. Capisco il messaggio, ma ritengo anche che attuarlo sia una cosa difficile. Non sono un giurista, ma immagino che il nodo della questione possa essere il confine che passa tra la definizione di reato di apologia del fascismo ed il diritto dichiaratamente garantito dalla Costituzione in termini di libertà associativa e di libertà di manifestazione del proprio pensiero.

Un analogo caso recente riguardava la libreria non conforme di CasaItalia. chiuderla o no? solito dibattito, in cui si sono inseriti anche lo storico Giorgio Delle Donne e il presidente del cineformum Bolzano Andreas Perugini (ho trovato un riferimento sul sito di Caio Vedovelli), quest’ultimo da tempo attivo nel cercare un confronto con i ragazzi di CasaPound. Delle Donne in una intervista afferma il principio di Voltaire “non condivido le tue idee ma lotterò affinché tu le possa esprimere“. Stranamente ho ritrovato lo stesso principio in una registrazione di una intervista di Pertini postata su Facebook da un amico in pieno dibattito ZZA: “io sono un socialista, ma rispetto la fede politica degli altri. discuto, polemizzo con loro, ma loro sono padroni di esprimere liberamente il loro pensiero“. Domanda: Rispetta anche la fede politica dei fascisti? “No! questa la combatto con altro animo. il fascismo per me non può essere considerato una fede politica (…) il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche (…) perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui. chi non era fascista era oppresso“.

Una cosa positiva tutto questo dibattito la ha scaturita. Sabato prossimo in piazza Matteotti verrá organizzata una giornata di musica all’insegna dell’antifa (music against racism), ma senza alcun riferimento evidente al concerto della settimana scorsa.  Partecipanti da ogni dove, moltissimi i musicisti locali impegnati, ma sulla lista figurano anche artisti da Napoli, da Vicenza, da Reggio Emilia e da Bologna. Dietro all’iniziativa c’è il promoter bolzanino Vanja Zappetti, assistito da Maurice Bellotti (altro promoter attivissimo in regione), che è riuscito a mettere in piedi un evento dal basso, mettendo in moto tutte le sue conoscenze ed ottenendo l’aiuto di mezza città (ed oltre). E mettendoci soprattutto la faccia. Non poco di questi tempi. E’ stata creata una pagina Facebook dell’evento. Inizio ore 12 (fino alle 23).
P.S. di seguito il programma della giornata (aggiornato alle 21.46 del 10/09/10):

12:00 ACCARRINO/OMETTO DUO (Folk Rock, Bolzano)
http://www.facebook.com/pages/Ago-Friends/77038261107

12:30 ANDREA MAFFEI /GIORGIO MEZZALIRA (Folk Rock, Bolzano)
http://www.andreamaffei.it/

13:00 CRY OF A DYING LAMB (Metal, Bolzano)
http://www.facebook.com/group.php?gid=124356120914445

13:30 BURNING THE OCEAN (Metal, Appiano)
http://www.myspace.com/burningtheocean

14:00 LIBRO DI NOTE (Reading/Dj Set, Reggio Emilia)
http://www.myspace.com/librodinote

14:30 THE BYRON SAGA (Indie Punk, Bolzano)
http://www.myspace.com/thebyronsaga

15:00 SABUNG (Punk, Rovereto)
http://www.myspace.com/sabung

15:30 SANTO MARCIO (Existential Rock, Bolzano)
http://www.myspace.com/santomarcio

16:00 TOMMY SUB & CHACKALL THE MISFIT (Hip Hop, Bolzano)
http://www.myspace.com/losciacallo

16:30 WANG INC. (Electronica, Bologna)
http://www.myspace.com/wanginc

17:00 VELOZIPED djset (Electronica, Merano)
http://de-de.facebook.com/pages/DJ-Veloziped/141136545910989

17:30 MOSCABURRO (Acoustic Rock, Bolzano)
http://www.myspace.com/moscaburro

18:00 THE CONSEQUENCE (Hardcore Punk, Trento)
http://www.myspace.com/theconsequenceplayfast

18:30 SILVA (Folk Rock, Vicenza)

19:00 SLOWTORCH (Stoner Rock, Bolzano)
http://www.myspace.com/slowtorch

19:30 THE LITTLE WHITE BUNNY (Lounge Metal, Bolzano)
http://www.myspace.com/thelittlewhitebunny

20:00 MUSIC FOR AIRPORTS (Metal, Udine)
www.myspace.com/airportsformusic

20:30 IL BUIO (Postpunk, Thiene)
http://www.myspace.com/ilbuioregnasovrano

21:00 SIDEROXYLON (Alternative Rock, Bologna)
http://www.myspace.com/sideroxylon

21:30 BARBARA DE DOMINICIS (Indie Electronica, Napoli)
http://www.myspace.com/barbaradedominicis

22:00 LILI REFRAIN (Guitronica, Roma)
http://www.myspace.com/lilirefrain

kiasma.it il sito personale di Till Mola