Giovedì scorso ho avuto l’occasione di partecipare ad una serata di discussione dal titolo “Una tradizione ingombrante? Visioni per una varietà culturaleâ€, organizzata nell’ambito della mostra “Pre visioni del giovane Sudtirolo†(“Un erhört, Visionen des jungen Südtirolâ€) presso la Galleria Lungomare di Bolzano.
Erano presenti l’assessore provinciale alla cultura tedesca Sabina Kasslatter Mur, Sabine Gamper di AR/GE Kunst presso la Galleria Museo, il regista Andreas Pichler, la fotografa Brigitte Niedermair e l’artista Hubert Kostner. Ed io, in qualità di rappresentante della ripartizione provinciale Cultura italiana.
La mostra, che è anche un libro, presenta contributi di diversi giovani artisti (e non). Visioni nuove per la provincia di Bolzano, terra di forti tradizioni ma anche di contraddizioni, un microcosmo con le sue regole(anche non scritte). In questo contesto ritengo lodevole l’idea di una mostra (o di un libro) in cui il visitatore (o il lettore) possa riflettere su visioni libere che non tengono conto di quelli che io spesso chiamo “palettiâ€, regole non scritte con cui è bene avere una certa familiarità .
Le visioni degli artisti poi devono confrontarsi con la politica, cosa che in un certo senso è avvenuta giovedì sera, grazie alla qualificata moderazione di Stefan Nicolini, che ha evidenziato le posizioni dei singoli ed ha favorito alcuni spunti, che dovranno essere approfonditi in altre sedi.
Sono stati affrontati i temi legati alla promozione degli artisti, al modo in cui l’ente pubblico intende promuovere la loro opera ed aiutarli nel momento in cui decidono di confrontarsi a livello internazionale, ma anche alle celebrazioni per il bicentenario di Andreas Hofer (il cosiddetto Hofer-Jahr che ricorre nel 2009 – Nel 1809 l’eroe tirolese condusse il suo popolo alla vittoria per ben tre volte contro le truppe francesi al comando di Napoleone Bonaparte). L’Assessora alla cultura tedesca ha anticipato di voler riaprire il dibattito sul ruolo della donna negli Schützen 200 anni dopo Hofer (sull’opportunità di farle entrare a tutti gli effetti negli Schützen e non solo come Marketenderinnen).
Non potevano mancare interventi sui gruppi linguistici, sul concetto di identità e sulle diverse politiche culturali dei singoli assessorati alla cultura.