Finanziaria 2006. Tagli considerevoli al FUS.

E’ un classico. Per recuperare soldi in maniera facile e possibilmente invisibile (ovvero dove l’opinione pubblica lo nota meno), il nostro governo ha deciso di ridurre ulteriormente il FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo, il cui ammontare ogni anno subisce un netto taglio.
Pensate che pure un Buttiglione, ministro dei beni e delle attività culturali ha osato esprimere le sue perplessità sui tagli, che ovviamente riguardano anche altri settori: “io non sono abbastanza bravo per realizzare le finalità istituzionali del ministero con i fondi attualmente previsti, forse ci sarà un mago dell’economia culturale che riuscirà a farlo” (fonte Repubblica).
Il taglio del Fus previsto dalla Finanziaria 2006 prevede che i 464 milioni di euro stanziati lo scorso anno (molti di meno rispetto all’anno precedente) si riducano a 300.
I tagli complessivi che riguarderanno le biblioteche e gli archivi ammontano a circa 45 milioni di euro.
Su una manovra da 20 miliardi di euro, tagliare 160 milioni potrebbe apparire come irrilevante, eppure rappresenta un taglio del 35% del budget della cultura.
L’Italia investe nella Cultura in totale solo lo 0,2 per cento del Pil, e in questo siamo gli ultimi in Europa: il Portogallo ha lo 0,9 per cento, la Francia l’1,3 (notizia presa da qui).

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