l’ANSA sdogana “Live From Iraq” (la cosa non mi piace affatto)

Oddio! cosa mi tocca leggere. In una nota l’ANSA informa:
“(ANSA) LOS ANGELES, 18 AGO – Barbra Streisand, i Rolling Stones, i Green Day, ma anche soldati e veterani di guerra cantano sul tema della guerra in Iraq. Oltre ai celebri professionisti, diversi militari hanno composto canzoni riferite al conflitto iracheno. ‘American by God’s Amazing Grace’ e’ un testo country di Luke Stricklin, soldato 22enne che l’ha scritto per spiegare la guerra a sua madre. Altri soldati hanno composto un album rap, ‘Live From Iraq’: 15 canzoni non tenere verso l’amministrazione Bush.” (clicca qui per visualizzare la notizia dell’ANSA).
Live from Iraq sarebbero canzoni non tenere con l’amministrazione Bush? A questo punto riporto integralmente un post pubblicato a luglio da Sergio Messina sul suo blog Fosforo:
“Era solo una questione di tempo; e infatti puntualmente arriva il primo rap fatto da soldati americani in Iraq. Si intitola Live from Iraq, è prodotto dalla 4th25 Entertainment e sulla copertina c’è un iracheno ammanettato. Si tratta di una sorta di gangsta rap che invece di prendersela coi colleghi o col mondo, come succede di solito, attacca il nemico.
Sul sito (adesso rinnovato) c’è anche un videoclip (ovviamente rimosso dopo un mese), solo per i forti di stomaco. Infatti, a differenza dei video di rap convenzionale dove sono censurati alcolici e pistole, qui si vede tutto: morti ammazzati, sparatorie, eliminazioni mirate, gente scamazzata e lasciata a cuocere al sole. Il sito è su almeno da un mese e nessuno ha obiettato (anzi, è appena stata aggiunta una rassegna stampa), segno evidente che l’esercito Usa considera questo genere di attività parte del Rest & Recreation delle truppe. Tra i titoli “Dirty” (“Ispirata dalla vita in Iraq”) e “Fuckem”. Benvenuti nella guerra del terzo millennio, fatta di insulti e umiliazioni in diretta video via internet. Una guerra terrificante, dagli effetti pazzeschi (come questo) nella quale non avremmo mai dovuto farci coinvolgere. L’autore infatti chiosa: “This album is America”. Is it also Italia?”
(clicca qui per visualizzare il post di Sergio Messina).
Io alcuni video li ho visti e a distanza di giorni ho provato orrore e disgusto oltre che rabbia per il fatto che il sito proponesse da tempo tutti quei filmati spaventosi. Vedo che nel frattempo Sergio Messina ha tolto il link, segno evidente che qualcuno ha deciso di mettere offline il sito. Il pensiero che si evinceva dalla navigazione del sito era: gli Irakeni ci fanno questo (seguivano link ai filmati in cui i terroristi sgozzavano persone rapite) e noi di conseguenza ci comportiamo così (seguiva il video della canzone: un filmato crudo con immagini di puro odio, di guerra sporca, al di là di ogni codice etico e della convenzione di Ginevra).
Apprendere dall’ANSA, quindi da un comunicato stampa ufficiale, dello sdoganamento (Live from Iraq viene inserito alla stregua di Barbra Streisand e Green Day) di Live From Iraq, mi fa cascare le braccia. .

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